Crostini di milza di nonna Imola

Crostini di milza di nonna Imola

Il nostro paese è ricco di ricette, tutte dettate dalla tradizione. Ma solo poche di queste ha una ricetta d’origine……. un po’ come per i prodotti DOP o DOCG o DOC…... la maggior parte si perde nella notte dei tempi ed è diversa non solo da luogo e luogo, ma anche da famiglia a famiglia. Così succede per i crostini di milza. Possiamo prendere per esempio la ricetta pubblicata nella “Scienza della cucina e l’arte di mangiar bene”, di Pellegrino Artusi ma già io Sabrina ed uno dei miei migliori amici Gianfranco, abbiamo tre ricette diverse dettate appunto dalla tradizione delle nostre famiglie.

In casa mia i crostini neri, così li chiamava la mia nonna Imola, si cucinavano solo per le feste ricordate, Natale, Pasqua, compleanni,  quando si ammazzava il maiale …….; ovviamente la mia nonna non sapeva cosa fossero le dosi e anche se io sono fissata con la precisione, questa volta devo esse sincera li faccio a braccio come mi ha insegnato lei.

Una milza di bove (1 kg circa)

Un grosso spicchio d’aglio

 un bel ciuffo di prezzemolo

un cucchiaio e mezzo di capperi

un’acciuga sotto sale

un bicchierino scarso di vin santo secco

pepe nero macinato al momento, olio evo (extravergine di oliva), sale poco e al bisogno.

Mettere la milza in una casseruola con l’olio evo sufficiente a coprirne il fondo, cuocere a fuoco vivo fino a quando non ha cambiato colore, sfumare con il vin santo, aggiungere l’aglio ed il prezzemolo finemente tritato e portare a cottura aggiungendo un po’ di brodo di carne. A questo punto aggiungere il trito di capperi e acciuga, cuocere ancora per pochi minuti senza far alzare il bollore.

La mia nonna li serviva in modo classico, pane raffermo bruscato bagnato nel brodo di carne spalmati con la salsa calda. Non sono belli da vedere ma il gusto è ineguagliabile.